L’alluce valgo è una progressiva ed inarrestabile deformazione dell’avampiede caratterizzata da una deviazione della prima articolazione metatarso-falangea. È caratterizzato dalla comparsa di una formazione ossea (chiamata comunemente “patata-cipolla”) con associato rossore ed una importante ipercheratosi cutanea.
L’alluce valgo è caratterizzato da un’importante sintomatologia dolorosa di tipo continuativo che si avverte specialmente indossando inizialmente calzature affusolate a livello dell’avampiede.
Tende a colpire maggiormente le donne rispetto agli uomini.
In anestesia loco-regionale (blocco della caviglia ) in aggiunta se richiesta viene associata una blanda sedazione, si eseguono tre semplici piccole incisioni di circa 1,5-2 mm attraverso le quali si introducono degli strumenti di lavoro atti ad effettuare la correzione chirurgica della deformità.
NON vengono inseriti mezzi di sintesi di alcuna natura né temporanei ne permanenti (Metallici, etc.).
Vengono applicati dei punti di sutura che sono riassorbibili in 20 gg e fatta una fasciatura da tenere per 24 giorni.
Tale procedura viene frequentemente eseguita in circa 7-9 minuti.
Dopo circa 3 ore dall’intervento salvo rare controindicazioni di tipo internistico o da parte dell’anestesista, il paziente può gradualmente riprendere la deambulazione indossando una scarpa ortopedica di tipo piatto che gli verrà fornita al momento del ricovero (senza l’utilizzo di bastoni).
Viene normalmente eseguita una sola medicazione dopo circa 7-10 gg dall’intervento da parte dello staff medico
Dopo 24 gg dall’intervento viene consigliato l’uso di una scarpa da ginnastica per riprendere gradualmente le normali attività.
L’utilizzo dell’autovettura è possibile dopo circa 7-10 dall’intervento ma comunque solo qualora si sia in possesso delle piene capacità.
La ripresa del lavoro dipende naturalmente dal tipo di mansione che viene svolta e dal tipo di correzione chirurgica eseguita (correzione anche di dita a martello o intervento di metatarsalgia) che aumentano la convalescenza. La ripresa comunemente avviene in due mesi dall’intervento.
La ripresa dell’attività fisica, in particolare degli sport con il contatto con il suolo, viene sconsigliata di norma prima dei tre mesi dall’intervento.
È importante chiarire che tutte le tecniche chirurgiche che vengono eseguite portano agli stessi risultati finali dando soddisfazione ai pazienti e presentando diverse variabili di possibili complicanze.
Il vantaggi dell’uso di questa tecnica sta nel fatto di:
È possibile, seppur in percentuale molto bassa (<10%) la comparsa di complicanze che possiamo cosi suddividere:
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