L’anca (o coxo-femorale) è una enartrosi, ovvero un’articolazione mobile composta da due superfici articolari:
– Cotile o acetabolo: è una cavità ossea formata dalla convergenza di ileo, ischio e pube
– Testa del femore di forma sferica
Queste due superfici ricoperte da tessuto cartilagineo sono costantemente a stretto contatto dandoci stabilità, grazie a strutture quali legamenti, tendini e muscoli e soprattutto movimento.
L’articolazione è rivestita da una capsula articolare che produce il liquido sinoviale che la mantiene “lubrificata” e che nutre le superfici cartilaginee.
L’anca ci permette molti movimenti quali:
– Flessione
– Estensione
– Abduzione
– Rotazione
Tra le cause di dolore dell’anca (coxalgia) troviamo la coxartrosi (artrosi dell’anca).
Vi sono numerose condizioni patologiche che portano ad un eccessivo consumo della superfice cartilaginea creando una coxartrosi o artrosi dell’anca.
Vengono suddivise in:
– Artrosi primaria
– Artrosi secondaria
Vengono proposti dei trattamenti che hanno solo una capacità di beneficio temporaneo e che devono sempre essere associati ad una successiva fase di rieducazione funzionale articolare da eseguire esclusivamente presso centri fisioterapici altamente specializzati.
In genere terapie fisiche strumentali (laser, ultrasuoni, tecar, etc) risultano in genere poco efficaci.
Abbiamo diverse soluzioni:
Qualora tutto ciò non porti ad una soddisfacente qualità di vita quotidiana e/o lavorativa, ad una deambulazione sempre più insoddisfacente si consiglia di seguire un percorso di tipo chirurgico.
In anestesia spinale associata su richiesta ad una blanda sedazione viene eseguito il posizionamento delle componenti protesiche dopo un’accurata preparazione della sede d’impianto. Viene eseguito un accesso chirurgico mininvasivo che, qualora le condizioni del paziente lo consentano, presenta una incisione cutanea di circa 8 centimetri. È previsto salvo controindicazioni legate al paziente un sistema di recupero intraoperatorio e post operatorio del sangue.
Tale procedura viene frequentemente eseguita in circa 40 minuti.
Il giorno successivo all’intervento salvo restrizione date dall’internista il paziente viene messo seduto e comincia una progressiva ripresa dell’articolarità. In seconda giornata comincia a deambulare con due bastoni con l’aiuto del fisioterapista. Il ricovero sarà di circa 10-18 giorni sempre presso la struttura dove è stato eseguito l’intervento, durante i quali saranno eseguiti due cicli di specifica e personalizzata fisioterapia giornaliera.
La ripresa dell’attività lavorativa dipende molto dalla natura del lavoro da eseguire
L’astensione dai lavori, comunemente intesi come “pesanti ”, naturalmente dipendenti dall’arto operato, è di circa 3 mesi.
Bisogna comunque attenersi a delle precise regole che verranno al momento fornite dal personale sanitario in base alla capacità di recupero ottenuta dopo un periodo di rieducazione funzionale eseguita esclusivamente presso centri fisioterapici altamente specializzati.
Rare: possono insorgere tutte le normali complicanze legate ad un intervento ad esempio : Infezioni, tromboflebiti, zone di sofferenza cutanea, deficit di recupero dell’articolarità, deficit di stabilità, lussazioni delle componenti protesiche posizionate, etc.
Più comuni: deiscenza delle ferita chirurgica con possibilità di secrezione, riduzione della sensibilità della zona operata, edemi degli arti inferiori.
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